domenica 7 maggio 2006

Stoccolma in un sabato di sole

Oramai mi sono rassegnata alla assoluta normalità nel mio perdere i treni, non credevo però riuscissi a rischiare anche di perdere un aereo!!


Beh, ci tengo a precisare che non è stata colpa mia.. gli accordi erano questi: dovevo andare col frate a vedere una casa, saremmo passati insieme a prendere Natalia e poi ci avrebbe accompagnate in Centrale per prendere il bus per Orio al Serio.

Nulla di tutto questo. Il frate torna tardi dall'impegno di lavoro quindi niente casa, niente Nat, ma soprattutto niente passaggio in Centrale per il quale fino all'ultimo mi aveva lasciato una speranza. Chiamo un taxi per andare in stazione e riusciamo a prendere al soffio l'ultimo pullman utile per arrivare in tempo al ceck in..

Il volo è molto tranquillo e atterriamo a Stoccolma in perfetto orario.

Ora dobbiamo procurarci il biglietto del bus per andare in città. Vediamo subito formarsi una lunga coda davanti ad un distributore automatico nella hall del ritiro bagagli. Ci mettiamo in fila anche noi, un po' ansiose perchè da lì a poco sarebbe terminato il servizio.
Dopo lunga attesa mi viene un dubbio.. Non è che non accettano contanti??

.. e già.. solo carte di credito..!! Purtroppo io e nat siamo rimaste le uniche nel continente a non possederne una.......

panico!!! Siamo troppo timide per chiedere a qualche scandinavo di prendere un biglietto anche per noi, e quasi disperate andiamo dal guidatore del bus sperando di fargli pena.. L'uomo non si scandalizza più di tanto e ci indica una biglietteria umana ancora aperta nascosta in un altro angolo dell'aereoporto.. bene, salve :o).

Il problema ora è fare in fretta.. siamo atterrate alla mezzanotte e mezza e non sappiamo fino a quando sia aperto l'ostello. Vediamo infatti partire il penultimo bus e ci rassegnamo ad aspettare più di mezz'ora il successivo...
Per farla breve tra pullman e taxi, per arrivare in ostello ci è voluta un'altra ora..
Siamo entrate in camerata alle due e 10 con ancora i letti da fare.. La cosa non sembra così traumatica, ma bisogna pensare che avevamo appuntamento con lo Ste e la Giulia alle otto e mezza per approfittare della magnifica colazione messa a disposizione dall'ostello (a pagamento), e poi che ci aspettava una due giorni di cammino intenso da perfette turiste.
Questa nella foto è la bellissima "Nave", ovvero il famoso ostello Af Chapman che avevo già avuto modo di ammirare l'anno scorso durante il tour per le capitali europee. Questo trialbero è stato costruito nel 1888 in Inghilterra e fino al 1908 navigò come nave da trasporto britannica. Venduta alla Svezia, fu rinominata D G Kennedy. Successivamente, come rimorchiatore della marina svedese fu chiamata con il nome attuale. Purtroppo io e Nat abbiamo prenotato troppo tardi per avere una camera all'interno del trialbero e ci siamo dovute accontentare della struttura in cemento sulla terraferma, oltre tutto per una notte soltanto.

La colazione è effettivamente spaziale, esattamente come ci aveva descritto lo Ste... roba da star seduto tutta la mattina! Uova sode o strapazzate, prosciutto, formaggi, cereali, succhi di frutta, yogurt, salsicce, polpette e pane. C'è anche una specie di porridge fatto con latte e marmellata. Avendo solo un giorno e mezzo a disposizione dobbiamo muoverci. Lasciamo a malincuore quel bendidio e andiamo a prepararci.

Iniziamo tutti e quattro a fare un tour per la città ma ben presto le nostre strade si separano.. Giullia va per shopping, lo Ste ci segue per un poco e dopo va a cercare la sua tecnologicissima camping gas, io e Nat facciamo le turiste intellettuali cercando le bellezze architettoniche della città.


Stoccolma è bella come me la ricordavo, anche se devo ammettere che era stato l'impatto, forte ed emozionante, dell'arrivo in traghetto tra le isole dell'arcipelago a farmela considerare la più bella città che avessi mai visto.


La bellezza di Stoccolma è comunque data da un mix di elementi. L'acqua in primo luogo, l'architettura ovviamente.. ma grande fascino ha anche l'amore con cui gli svedesi curano la propria città (e stendo un pietoso velo su un eventuale paragone con 'Italia).

E' bello poi passeggiare in queste stradine pedonali e fermarsi in piccole piazze colorate come questa, dove ti accorgi che anche una grande capitale può essere a misura d'uomo.

Se poi aggiungiamo che il 3 di maggio a Milano si andava in giro con il piumino mentre a Stoccolma nelle ore centrali di sabato si poteva passeggiare in canottierina... (!!!) capisci che il mondo si è girato e che non puoi neanche più dire "Al Nord non potrei mai vivere perchè fa freddo...."
Un'altra cosa positiva di Stoccolma è l'assoluta non curanza riguardo al dettame modaiolo imperante. Sostanzialmente ognuno si veste come gli pare, senza vergognarsi degli accostamenti più strampalati o del limite del buon gusto (vedi questa foto e quella nel prox post). Ma soprattutto è il trionfo della femminilità. Forme morbide, lunghi capelli al vento e centinaia di gonne!! Le svedesi sono una popolazione in gonna.. mentre io mi faccio limitare da un grado in meno di temperatura, dall'inizio della ricrescita o dalla mia forma mentis che mi fa credere ineguaglibialmente più comoda con un paio di jeans.

Dopo aver visitato la terra ferma decidiamo di fare una minicrociera in battello, approfittando della splendida giornata. Per me era la seconda volta.. ma è uno spettacolo a cui è sempre bello assistere.. poi vedere la parete di roccia arrampicabile in città fa sempre il suo effetto!
Terminato il tour corriamo verso l'ostello per fare il trasloco e nel tragitto ci imbattiamo in una singolare e pacifica manifestazione...
Dopo aver fatto qualche foto riprendiamo la corsa e arriviamo alla "Nave", prendiamo i bagagli e ci dirigiamo verso l'ostello che ci ospiterà per la seconda notte.
Sulla carta non sembra tanto lontano.. decidiamo di non prendere ne' taxi ne' bus.. ma di andare a piedi!
Purtroppo non ci ricordavamo della pesantezza dei nostri piccoli bagagli.. che pur se di piccole dimensioni erano di scomodissima trasportabilità (Nat aveva una pesantissima 24ore a tracolla che le stava segando una spalla.. io ne avevo una simile più uno zainetto sulle spalle), e cosa più importante avevamo sopravvalutato le nostre forze e i nostri piedi..
Fatto sta che con una temperatura di 27 gradi noi giravamo con gli anfibi, le borse e il piumino alla vita, dopo una giornata passata a camminare.. Unendo il fatto che il secondo ostello non si trovava e che nessuno sapeva indicarci la via giusta.. siamo arrivati in camera e ci siamo lasciate cadere sul letto distrutte. Nonostante le premesse devo dire che il posto era decisamente bello, grande e "ben" frequentato.. era composto da quattro costruzioni basse circondate da un grande giardino in cui si poteva pranzare o chiacchierare all'aperto.
Dopo esserci fatte una doccia, nonchè una bella dormita, chiamiamo Giulia e lo Ste e decidiamo di vederci verso sera direttamente al nostro ostello. Nat ha i piedi talmente stanchi che decide di lanciare una nuova moda. Lascia in stanza gli anfibi e va in giro con infradito e calzettoni.
Al barettino dell'ostello ordiniamo un PYTT I PANNA - un tipico piatto locale a base di carne, uovo fritto, cetrioli, cipolla e verdure varie (molto apprezzato) - e aspettiamo i nostri amici. Ci prendiamo una birra (tranne lo Ste che è astemio) e poi ci dirigiamo verso il centro. Un'oretta di conversazione, la ricerca del gelato e poi vicino al castello ci separiamo... andiamo verso la nostra meritata nanna!!

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